L’INSEGNAMENTO
1961 – 1964 insegna lettere nella scuola media interna al Seminario Minore di Gubbio. Ferocemente: 12 alunni, 12 compiti corretti ogni giorno, 12 interrogazioni ogni giorno.

A.S. 1961/62, i “Magnifici 12″ della I Media del Seminario Vescovile di Gubbio. Il primo in basso a sinistra è il Gen. Pacifico Passeri, l’ultimo a destra è Romolo Cerri, coautore con Augusto Ancillotti de Le tavole Eugubine e la civiltà degli Umbri. Nessuno di questi 12 ragazzi si farà prete. Né (dall’alto a sinistra) Bernardo Burzacchi, professore di scuola media, né Claudio Cenci, infermiere, né Sauro Rossi, né Luciano Bottaluscio, né Erminio Passeri, né Luigi Pauselli, né Gianni Barilari (piccolo imprenditore agricolo, morto in un incidente d’auto), né Ivano Calzuola (il vinaio di Via Mazzini), né Pacifico Passeri, né Claudio Bettelli, né Mario Marsili, né Romolo Cerri. Ma… il primo amore non si scorda mai. Presto il Seminario Minore verrà chiuso quasi in ogni diocesi.
Nel 1962 si iscrive alla facoltà di Lettere Classiche dell’Università di Perugia. Primo esame (Pedagogia): 22/30; secondo esame (Geografia, col Prof. Albertini, ateo stizzoso, convinto e professante che “il cielo è vuoto”): 27/30. Mmm! Gimo bene! Poi, dal 3.o al 21.mo esame, tutti 30, e qualche lode. Cos’è successo? È successo che Fanucci ha dato l’esame di latino scritto (versione dall’italiano al latino) e ha preso 27, e chi gliel’ha dato, quel voto, il Prof. Amando Salvatore, è solito dire che 30 lo dà soltanto a Dio (un suo amico) , 29 a se sesso, 28 al migliore dei suoi assistenti, 27 al migliore dei sui studenti. La strada del successo accademico è diventata un’autostrada, ma … sic transit gloria mundi, perché alla prossima sessione Salvatore, rinnegando i suoi sani principi, assegna un 28. A chi? Ad un certo Ennio Antonelli, che stava studiando da professore di filosofia in attesa di studiare da vescovo e da cardinale!
RELIGIONE
Tra il 1962 e il 1969 insegna Religione nelle scuole statali. Lo fa soprattutto a titolo di sostentamento economico, visto che le scuole interne dei seminari riconoscono al docente la bella somma di 100 (cento) lire all’ora, a volte qualcosina di più. Insegna religione prima al neonato Istituto Tecnico Industriale (sul primo banco ci sono Sanio Panfili, futuro sindaco di Gubbio, e Francesco Ghirelli, futuro Presidente della Regione Umbria, poi eminenza grigia dello staff della Nazionale italiana di calcio), poi alla Media Mastro Giorgio, poi all’Istituto Professionale, infine all’Istituto Tecnico Commerciale. I risultati, quando non son mediocri, sono del tutto pessimi: se qualcuno di questi ragazzi aveva uno spicchio di fede, grazie a me l’ha certamente perduto.
Tra il 1964 e il 1969, con emolumenti sontuosi come qui sopra accennato, insegna Italiano e Latino nel liceo classico privato del Seminario Regionale di Assisi.
Nel 1962, a beneficio degli studenti di teologia; Giovanni XXIII emana la Costituzione Apostolica Veterum sapientia, che obbliga i giovani teologi, che prima dell’ingresso in seminario hanno seguito corsi che non la prevedono, a prendere contatto con la lingua latina; anche ad Assisi viene aperta una cattedra di Latinitas, affidata a Fanucci.
I suoi alunni sono quasi suoi coetanei. Tra quelli “volontari” c’è Giuseppe Betori, futuro segretario generale della CEI e Arcivescovo di Firenze; tra gli “obbligati” c’è il Rag. Mario Ceccobelli, futuro Vescovo di Gubbio. Il corso ufficiale è su Commodiano, poeta cristiano del IV secolo, giustamente sconosciuto, tranne che dal prof. Antonio Salvatore, titolare della cattedra di LAtino Cristinao e fratello del sullodato Armando.
La maggior parte degli alunni del corso confondono Commodiano con comodino; quanto al latino nessuno impara niente, perché nelle ore (pomeridiane) di Latinitas si parla molto, ma molto poco della lingua latina: ogni lezione diventa una discussione e un approfondimento sul grande avvenimento di quegli anni culturalmente vivacissimi, il Concilio Ecumenico Vaticano II, che tra i giovani seminaristi va suscitando entusiasmi da stadio.

A volte ci si rincontra con i vecchi compagni di seminario, magari a gruppetti.
Se vengono a Gubbio, il posto giusto è la fontana dei matti.
Da sinistra: Francesco Marinelli, futuro Arcivescovo di Urbino; Don Angelo; Fortunato Baldelli, futuro Cadrinale e Penitenziere Maggiore di Santa Romana Chiesa; Rosario Colantonio Presidente del Tribunale Ecclesiastico di Roma
Nel 1969, quasi contemporaneamente con Ennio Antonelli e Giuseppe Chiaretti, futuro arcivescovo di Perugia e vicepresidente della CEI, si laurea in Lettere Classiche all’Università di Perugia con il massimo dei voti alla sua tesi sugli Influssi del linguaggio biblico in alcuni sermoni di S. Agostino.
Negli anni ’90 tiene per diversi anni dei corsi sul Rapporto tra Chiesa e poveri, prima all’Istituto Teologico di Assisi, poi all’Istituto Ecclesia Mater dell’Università del Laterano.
Ottima l’accoglienza che gli riservano i colleghi del Corpo Docente, pessima quella degli studenti, ai quali cerca invano di ricordare la promessa che Papa Giovanni ci fece nel 1962, ad un mese dall’inizio del Concilio: Da oggi in avanti la Chiesa sarà la Chiesa di tutti, ma soprattutto la Chiesa dei Poveri.
Il tema sembra non interessare più a nessuno.
AL LICEO CLASSICO
Tra il 1969 e il 1984, a Gubbio, insegna Letteratura e Lingua Latina e Italiana presso il Liceo Classico “Mazzatinti”, con una parentesi (1974-75) all’Istituto Magistrale “Fabbri”, dove incontra l’eccellente giovane Orfeo Goracci, con il quale nei primi anni 2000, quando il giovane sarà diventato Vicepresidente della Giunta Regionale dell’Umbria, Sindaco di Gubbio ed esponente di Rifondazione Comunista, avrà un rapporto molto… problematico.
Buona l’accoglienza che gli riservano gli studenti. Ad onta delle Circolari Ministeriali che lo vietano per più di tre anni, verrà sempre designato dai suoi studenti come “Membro Interno” agli esami di maturità: allora le commissioni esaminatrici per gli esami di maturità erano formate da 6 membri, cinque esterni e uno solo interno, più un presidente, il cui voto in caso di parità valeva il doppio.
Il membro interno del Corso A (don Angelo Insegnava al Corso B) in genere era il sen. Luciano Stirati, impeccabile nell’eloquio così come nel vestire e nel ragionare. La prima presentazione alla Commissione appena conosciuta era sempre sua: “Questo Signove (e indicava don Angelo) sembva il mio povtabovse, ma non lo è”.

Primi anni 80, luglio. Come ogni anno, la Commissione esaminatrice degli Esami di Maturità viene invitata a pranzo a S. Girolamo. Piccolo tentativo di corruzione. Quest’anno a capo della Commissione esaminatrice c’è il Prof. Antonio Pieretti, Preside della Facoltà di Lettere all’Università di Perugia.
IL MOVIMENTO STUDENTI EUGUBINO
Nel 1962 rileva dalle mani di Don Graziano Reginelli e rilancia il MOVIMENTO STUDENTI EUGUBINO, costola anomala dell’Azione Cattolica, associazione apostolica innovativa su due fronti:
• aperta per la prima volta a giovani ambosessi,
• aperta per la prima volta anche a giovani studenti non credenti e non praticanti, ma impegnati a cercare in sinergia con i propri coetanei il senso delle cose, il senso ultimo della vita anche il penultimo.
Tra il 1962 e il 1969 il MSE occupa tutta la sua vita.
Sono gli anni della goliardia, di quelle sfrenate manifestazioni di allegria che gli studenti universitari organizzano durante la Festa della Matricola, e anche oltre.
L’annuale spettacolo organizzato dal MSE al Teatro delle Scuole Elementari fa sempre il pieno, fioccano le “allusioni” anche pesantissime, a fatti e persone cittadine.
Spopola la pubblicazione de “Il Bertoldo” due volte l’anno, venduto per le strade dalla groppa di un somaro, che di recente è stato adottato (in atteggiamento rampante, naturalmente!) come stemma del MSE; un solo numero di quel foglio pirata colleziona ben sei querele. Tutte rimesse all’ultimo momento.
Il Movimento Studenti Eugubino di don Angelo monopolizza la vita degli studenti delle scuole medie superiori di Gubbio
Le sue sezioni sono tre.
1. Formativa/caritativa,
2. Culturale,
3. Sportiva (ne nascerà una squadra di calcio che per anni resterà alla ribalta del calcio umbro).
Tutt’e tre lavorano a tempo pieno.
Politicamente il MSE pende a sinistra. Tanto bastava (come basta oggi) per qualificarlo come comunista. Ma perché, è un insulto essere o essere stati comunisti?
Ogni anno il MSE si sfascia nella tarda primavera (al tempo della transumanza dello “struscio” da Corso Garibaldi ai Giardini), ogni anno si ricostituisce.
METÀ DEGLI ANNI 60 IL MSE È ALL’APICE. 135 ISCRITTI
A dirigerli un gruppo di giovani eccellenti, che avranno poi posti di responsabilità nella vita cittadina e oltre: da Francesco Sacchetti (Direttore Regionale Confcommercio) a Giulio Pinna (Direttore del CIM di Gubbio), da Rosy Sollevanti (Preside a Piscille) a Gabrio Minelli, a Lina Panfili, a Tonino Lanuti, a Marilena Scavizzi, a Sandra Nafissi, a Marinita Rosati, a Giambaldo Traversini (boss della Colacem) con il suo vice Carlo Colaiacovo, a Francesco Pastorelli segretario tuttofare, alla banda dei “Bastian contrari” (il CIP, Alfonso Uccellani, Massimo Mancini, Giordano Ghigi, …), ad Annalisa Alighieri, a Rita e Paola Radicchi, a Fanny Lo Gatto, la Picci, la Pucci, Anna Mariani, ecc.
Per intelligenza operosa e dedizione assoluta eccelle su tutti Ondina Cardoni, futura cardiologa dal grande futuro stroncato dal male, sposa di un altro big del MSE, il dr. Alfonso Lilli, morto anche lui prematuramente. Qui don Angelo si ferma, con il groppo in gola.
Con la seconda generazione (Vinicio Cacciamani, Renato Rogari, Paolo e Matilde Lilli, Gige Lanuti, ecc) affiora anche la pratica dei Campi di Lavoro estivi.
La scoperta della Comunità di Capodarco, con la totale conversione di don Angelo ad essa, segna la fin del MSE.
IL ’68
Del Sessantotto vissuto da lui e dai suoi studenti Don Angelo ha detto che a Gubbio esso viene ricordato quasi solo per il “chioppo” del Cero di S. Ubaldo giù la Callata dei Neri; voleva dire (e lo dirà “Io, prete padre, sessantottino non pentito”, Cittadella Editrice, 1999): “Il Sessantotto come tutti lo conoscono. Il cosiddetto “Sessantotto maggiore”, quello dei “cassinari” (Ferrara, Liguori, Mughini, Brandirali) è stato solo un bluff”.
Gli auguri natalizi inseriti ne IL BERTOLDO irritano.
In uno di quegli anni, da uno dei numeri natalizi de Il Bertoldo un anonimo lettore ritagliò questo fac-simile di biglietto di auguri, con una frase di Carlo Marx (con il cognome storpiato, fra l’altro), e ce lo rinviò con il suo salato commento.
Quello del MSE, come di tantissimi altri gruppi informali in tutta Italia, fu un Sessantotto minore, che significò la scoperta della politica ma al tempo stesso la conferma del primato della coscienza: il Movimento Studenti Eugubino voleva soprattutto educare coscienze a fare scelte consapevoli; avremmo certo voluto che fossero scelte in linea col Vangelo, ma eravamo disposti ad accettare senza riserve mentali la scelta della singola coscienza, qualsiasi essa fosse stata.
Sulla scia del grande successo ottenuto con il MSE don Angelo volle riprovarci nel 1984, con il movimento “Progetto vita”: fallimento.
Ancora più clamoroso sarà il fallimento del tentativo operato nell’autunno del 2008 con “Ipotesi di Gesù”; il manifesto, affisso ovunque, recitava: “Don Angelo incontra i giovani all’Oratorio don Bosco”: non ne è venuto nemmeno uno. Zero carbonella.
UN MINIALBUM DI FAMIGLIA
Nel 2008, per ricordare Il nostro Sessantotto Minore, don Angelo ha dato convegno al Beniamino Ubaldi a quasi trecento signori che, uno più uno meno, compivano 60 anni. Ne sono venuti pochi, solo una cinquantina, quasi tutti della primissima ondata. Ma è stata ugualmente una gran bella festa.
Fernando Sebastiani aveva realizzato un pregevolissimo CD, al quale la TV locale ha dato ampio spazio.
OGGI, QUELLI DI ALLORA
- il “presidentissimo” Francesco Sacchetti
- il Vice Massimo Mancini
- il presidente che durò più a lungo, Giambaldo Traversini
- con il suo primo “vice” Carlo Colaiacovo (ritratto con Angelo Bagnoli)
- l’altro suo “Vice”, nonché anima gemella, Alfonso Lilli
- Quella domenica, 17 gennaio 1965, in cui portammo trionfalmente da S. Giovanni al Duomo la salma di Mons. Ubaldi, dopo averla vegliata giorno e notte dal mercoledì precedente, il Movimento Studenti Eugubino si ritrovò compatto come non lo era mai stato.
- D.A. con Gianni “Cip” Ucccellani e Tonino Biraschi
- Fernando Sebastiani
- Caterina Sensi
- Peppe Pieri, Lele Calzuola e Giambaldo Perugini
- Leila Manuali
- Il programma dell’annuale Ritiro Spirituale(tre giorni)
- Enrico Zenobi, Carlo Colaiacovo, Antonio Costantini, don Angelo
- La redazione di un numero de “Il Bertoldo”.
- Dal “Cristoforo Colombo” interamente fatto in casa, parole inedite, musiche tra le più note di quel tempo: Fernando Sebastiani (il gangster che Colombo dall’America appena scoperta portò in dono ala Regina Isabella, e che cantava Buscaglione: “Sono nato criminale, il delitto è il mio pallino, e gestisco un ospedale, sono socio d’un becchin!”), la Regina Isabella (Paola Urbani), il Nobile Antipatico (Raoul Baldelli), due nobili insignificanti (Lele Calzuola e Tonino Lanuti)
- Una sfida professori-studenti: la squadra degli studenti; In piedi da sinistra Fernando Sebastiani, Tonino Lanuti, ?, Novello Natali, Roberto Rossi (“Norma”), Alfonso Lilli; accosciati Lucio Lomardini, Peppe Pieri, ?, Giambaldo Bianchi, ?
- Una sfida professori-studenti: la squadra dei professori; in piedi da sinistra Carlo Baccarini, Elvezio Farneti, Fefè Sebastiani, Adamo Finori, Ganmaria Gaggioli; accosciati Tonino Smacchi, William Casoli, Peppino Vispi, ?, ?, don Angelo.
- Prima della partita il capitano della squadra dei professori (Elvezio Farneti) consegna al capitano della squadra degli studenti (Peppe Pieri) un somaro, ricevendone in contraccambio un registro di minuscole proporzioni (“Che l’usassero il meno possibile!”).
- Su “Il Bertoldo” una lettura goliardica del marasma in cui vennero gettati i partiti politici di allora dall’invasione di Praga da parte dei carri armati sovietici (agosto 1968).